sabato 5 marzo 2011

REGOREGITATED SACRIFICE


di Lucifer Valentine


Nell'olimpiade dell'eccesso ne abbiamo ormai incassate per tutti i disgusti: dai supplizianti di barkeriana memoria che indottrinano su quant'è bello lu murire acciso [il vergognosamente sovrastimato Martyrs] alle spirali discendenti di medee che annegano i propri pargoli di Daisy Diamond, dalle accanite virago che massacrano puerpere [A l'interieur] alle puerpere prese ad anfibiate nell'incommentabile Snuff 102, dai feti sverginati sul nascere per amor di allegoria metastorica dell'ancipite Srpski (che ormai quatti quatti e coatti coatti abbiam tutti visto e rivisto) alle babygang sul lago dorato in salsa Dnepropetrovsk di Eden lake, passando per cameraman & assassini, necrofili, necrofagi, famiglie allo sbando [Mum and dad anyone?], ragazze della porta accanto, zoofilie, vindicators a tutta oltranzistica ferocia [The horseman]. Il tutto mentre Deodato diventa un grande classico Disney e tiene banco da una facoltà universitaria all'altra e il contraddittorio di Haneke è ormai accademia, e si corre il serio rischio di portare quel cazzone di Vogel in trionfo o accusare un Darfur di essere un capolavoro (salvo magari sputar biliose sentenze sui radicali affondi dell'ultimo Noé)
Cosa mancava all'appello a noi guinea pigs?



Le gioie del vomito crossoverizzate all'ipersplatter nazisatanico, magari cucinate persino a modino, con l'ardire di occhieggiare a Pasolini.
Detto, fatto. Mezzo chilo di antiemetici e si va: dallo schermo alla tazza, dalla tazza allo schermo. Fino ad avvedersi che sono la meme chose. Inonder le bourgeois è il vessillo dello sciamannato Lucifer Valentine, che non sazio (per forza!) e non pago, sull'arte di recere tra una bordata di emoglobina e l'altra ci promette persino un trittico. Non se ne vede l'ora.
Epater et répéter: docce romane su di me...

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