di Scott Glosserman.
con Nathan Baesel, Angela Goethals, Robert Englund
Ok diciamo quello che va detto: questo giocherellare impunemente col metacinema in maniera così ammiccante smaliziata sgomitata paracoola post-postmoderna e posticcia ha davvero squacquerato il testicolame. In largo e in lungo.
Senza un minimo di criterio, di risignificazione, di sapienza alchemica, di sincerità e onestà si affastellano injokes (un paio anche carini, volendo) e situazioni flussi correnti tensioni stilemi di film che uno spessore e un battito metafilmico e metanarritivo lo avevano davvero.
Questo non va al di là dell'essere una plebea sagra dell'appropriazione indebita che parte alla Blair witch project (a sua volta, ricordiamolo una volta per sempre, plagio di Deodato), prosegue scimmiottando in maniera che più detestabile non si potrebbe Il cameramen e l'assassino, sfocia nell'idiota gioco di specchi alla Scream (omaggio o sfottò? è comunque un guaio: mettersi a fare metacinema o cinema a metà citazzando quella cosina di cinema parzialmente screamato significa essere proprio arrivati alla canna del gas e non accorgersi che la bombola è vuota) con tanto di how-to dello slasher, si strofina le unghie sulla spalla nell'imbastire 93' su un personaggio che vuole competere con Meyers, Chucky, Krueger e Jason e gioca al dimmi cosa citi e ti dirò chi sei, centrifugando tutto il centrifugabile a suon di presuntuosetti ammiccamenti, tutti di troppo e tutti in odor di lei non sa chi cito io: da Cannibal holocaust (forse l'injoke più simpatico del lotto) a Candyman, da Poltergeist (con una Rubinstein condannata alla parentesi propedeutica, tanto per non cambiare) a Pet cemetary, senza risparmiare Shining). A end credits ultimati viene quasi voglia di rivalutare quell'altro rip-off fuori tempo massimo di The last horror movie
Il pranzo per i cinenerdfili è servito.
Che i Lumiere e Barthes mi scampino da un'altra metacagata simile.
Senza un minimo di criterio, di risignificazione, di sapienza alchemica, di sincerità e onestà si affastellano injokes (un paio anche carini, volendo) e situazioni flussi correnti tensioni stilemi di film che uno spessore e un battito metafilmico e metanarritivo lo avevano davvero.
Questo non va al di là dell'essere una plebea sagra dell'appropriazione indebita che parte alla Blair witch project (a sua volta, ricordiamolo una volta per sempre, plagio di Deodato), prosegue scimmiottando in maniera che più detestabile non si potrebbe Il cameramen e l'assassino, sfocia nell'idiota gioco di specchi alla Scream (omaggio o sfottò? è comunque un guaio: mettersi a fare metacinema o cinema a metà citazzando quella cosina di cinema parzialmente screamato significa essere proprio arrivati alla canna del gas e non accorgersi che la bombola è vuota) con tanto di how-to dello slasher, si strofina le unghie sulla spalla nell'imbastire 93' su un personaggio che vuole competere con Meyers, Chucky, Krueger e Jason e gioca al dimmi cosa citi e ti dirò chi sei, centrifugando tutto il centrifugabile a suon di presuntuosetti ammiccamenti, tutti di troppo e tutti in odor di lei non sa chi cito io: da Cannibal holocaust (forse l'injoke più simpatico del lotto) a Candyman, da Poltergeist (con una Rubinstein condannata alla parentesi propedeutica, tanto per non cambiare) a Pet cemetary, senza risparmiare Shining). A end credits ultimati viene quasi voglia di rivalutare quell'altro rip-off fuori tempo massimo di The last horror movie
Il pranzo per i cinenerdfili è servito.
Che i Lumiere e Barthes mi scampino da un'altra metacagata simile.
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