Regia: Max Steel (Stelvio Massi)
Ci risiamo. Una frase di lancio traducibile come "A me gli occhi, ti shocko!", uno sfilacciato bric-a-brac di orrori il più insostenibili possibile ed erotismo il più fiacco e squallido possibile, una manciata di razzismo, un pugno di cinismo e un pizzico d'umorismo spicciolo e ignobile (a carico della solita fredda vocetta-caronte fuori campo, con primizie del calibro di un "Canestro!" quando al termine del solito cambio di sesso un pene appena reciso viene cestinato), le immancabili diacronie musicali (main theme leziosi sui momenti più raccappriccianti) e il mondo torna ad essere cane per noi cinofili. Con esso, torna ad esserlo anche il cinema, che partendo da pretestuosità ormai alle corde ne approfitta per solleticare il voyeur impenitente. Che puntualmente ci casca mani e piedi, facendosi tanta bua.
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