Regia: Gabriele Crisanti Col solito tono da imbonitore da mercato del pesce e con una passerella di squallide croci e delizie nata vecchia presentataci dalla solita
voice-
over a cavallo tra il cinismo d'accatto e lo
sfottò da caserma a far da
pseudofilosofico corollario,
Crisanti s'affanna a dimostrarci che malgrado il
tempus fugit e l'emanciparsi delle civiltà /società, il mondo resta più cagnaccio idrofobo che mai. Tra una vivisezione, un mercato nero delle cornee e una pasticceria sexy, fa del suo peggio per scioccarci stordirci e titillarci, ma la mondo-mela è ormai ridotta al torsolo.
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