di Nick Bougas
Cribbio. Anche stavolta Bougas non abbassa la guardia, non concede sconti e non fa prigionieri. Del resto la morte non fa credito a nessuno, quindi inutile decaffeinare i chicchi e servire zuccherato. E dunque, servita su vassoio d'argento un'epigrafe celiniana così per gradire, aridaje con interessi da cravattari: un'altra megatonica e ciclotronica deflagrazione di organi, un'altra atomica di thanatos alla porta, un'altra inesausta passerella di corpi scempiati, un altro ferino memorandum della fragilità della carne e della caducità della vita, un terzo ribadire che tutto il pianeta è obitorio e il mondo è un film di guerra: Osjek o Rwanda, Perù o Iraq che differenza fa? La morte è democratica, onnivora e ninfomane. In casi simili, anche vanesia: guardarla ammiccare fa di noi solo dei provvisoriamente privilegiati bystanders.
Ogni scappatoia metafisica bandita. La pietà non abita più qui: solo un bell'assestato -e meritato- choc di 88', a noi impenitenti scopofili, resta.
Nel farsi travolgere da simili operazioni di dubbia etica ed altrettanta relativa necessità e importanza, si esperisce in prima persona cosa provava Alex nella tortura della cura ludovico. Quando poi vengono sbattute in faccia devastanti foto del massacro in polonia del 39 o di feti e neonati deformi a livelli da patafisica, estraniarsi diventa cosa impossibile e si deve cercare il più possibile di tenersi in modalità zen. Naturalmente non si fa a tempo a credere di averne conquistata una mezza briciola che entrano in scena cadaveri di bambini e il confine tra vedere uno shockumentario e finire in cardiologia si fa sempre più labile.
Generalmente le ammonizioni generano effetti contrari e innescano il doppio della curiosità, ma questa volta non lo dico per farvi venire l'acquolina, ma perché questa è davvero roba di ardua sostenibilità che toglie la voglia di un pasto o lo fa vomitare: rigorosamente per anime imperturbabili e tempratissime. And I really mean issime.
Ogni scappatoia metafisica bandita. La pietà non abita più qui: solo un bell'assestato -e meritato- choc di 88', a noi impenitenti scopofili, resta.
Nel farsi travolgere da simili operazioni di dubbia etica ed altrettanta relativa necessità e importanza, si esperisce in prima persona cosa provava Alex nella tortura della cura ludovico. Quando poi vengono sbattute in faccia devastanti foto del massacro in polonia del 39 o di feti e neonati deformi a livelli da patafisica, estraniarsi diventa cosa impossibile e si deve cercare il più possibile di tenersi in modalità zen. Naturalmente non si fa a tempo a credere di averne conquistata una mezza briciola che entrano in scena cadaveri di bambini e il confine tra vedere uno shockumentario e finire in cardiologia si fa sempre più labile.
Generalmente le ammonizioni generano effetti contrari e innescano il doppio della curiosità, ma questa volta non lo dico per farvi venire l'acquolina, ma perché questa è davvero roba di ardua sostenibilità che toglie la voglia di un pasto o lo fa vomitare: rigorosamente per anime imperturbabili e tempratissime. And I really mean issime.
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